SOTTO IL SEGNO DEL 2

sabato 10 aprile 2010

Intervista con il Campione


Oggi abbiamo l’onore di poter porre qualche domanda al più grande di tutti i tempi. Il giocatore che ha fatto sognare intere generazioni di sportivi e che ha più di ogni altro incarnato il simbolo del vincente. Il Campione, colui che per primo ha avuto il merito di avvicinare le masse di tifosi al gioco più bello del mondo.
Non è sicuramente un caso che la sua intervista finisca oggi nel nostro blog: “The Champ is back!”
Il campione è ritornato. Cagnolati sembra essere rinato. Nelle ultime giornate aveva già manifestato inequivocabili segnali di ripresa, ma nella ultima partita ha gettato la maschera spaventando gli avversari. Lo incontriamo per caso davanti all’ingresso di casa sua con l’immancabile Chicca al guinzaglio. Sta firmando la solita quantità industriale di autografi e sembra essere così distante dall’immagine imperiosa che è capace di dare sui tavoli da gioco. Lo avviciniamo e lui con un sorriso si sottopone volentieri alle nostre domande.
D: dopo un periodo di appannamento in cui molti la davano per finito, lei ha saputo trovare la forza e la continuità per riemergere. Che cosa è cambiato con l’arrivo della primavera?
R: Well, I think the new... Scusatemi, ma ho appena rilasciato un’intervista a SKY TWO e... Volevo dire, che in queste ultime giornate ho ritrovato un po’ di entusiasmo e di voglia di giocare. Sapete, partecipo a questi tornei da moltissimi anni ed è inevitabile che con l’andare del tempo vengano a mancare le motivazioni.
D: Certo! Quello che meravigliava era vedere un giocatore del suo calibro navigare aenza infamia ne gloria nei bassifondi della classifica.
R: Chi mi conosce, sa che io ho sempre privilegiato il bel gioco al risultato. Senza l’originalità del gioco, senza l’armoniosità nel calare la briscola al momento più opportuno, non si va da nessuna parte. Avete ,mai visto France Due Ball, premiare con il 2 d’oro un giocatore pragmatico che bada più a difendersi che ad attaccare? No, vero? Noi campioni siamo fatti così: quando il gioco ristagna, tendiamo a scomparire dal tavolo, ma non appena...
D: ... non appena?
R: Non appena, il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.
D: A proposito di “duro”. Ci sarebbe quella storia... è un po' imbarazzante parlarne...
R: Guardi, la blocco subito. Si tratta di notizie false e tendenziose che tentano inutilmente di scalfire la mia figura vincente. Ogni volta che torno a vincere emergono regolarmente queste infamie riguardo la mia virilità. Non credo che sia il caso di parlare oltre di questo argomento.
D: ... Quindi lei nega che ci possa essere del vero in queste voci?
R: Ma mi faccia il piacere! Ma le sembra che io possa avere di questi problemi? Comunque sorvoliamo, abbiamo di meglio da raccontare.
D: Va bene. Ci parli un po’ dei suoi rivali.
R: Tendenzialmente, a me non piace parlare di altri. Posso dire che molti dei giocatori che partecipano ai nostri tornei, sono molto migliorati. Adesso per batterli sono costretto ad impegnarmi di più. Posso dire con un certo orgoglio che due dei miei grandi allievi sono entrati a fare parte della Top Ten. E questo non può che farmi piacere.
D: allude forse a Grandangolo e Sentenza?
R: Certo! Con quei due è stata davvero un’impresa. Soprattutto Sentenza si è iscritto al mio corso in età ormai troppo avanzata per permettermi di lavorare sui suoi fondamentali...
D: Un buon risultato comunque...
R: Si, è stata dura! Ma questo mi da ancora più soddisfazioni.
D: Grandangolo ricordando quanto sia contento di avere investito fior di soldi nel suo corso, non lesina qualche critica sui suoi metodi di insegnamento.
Il campione ridacchia e poi risponde
R: Lo so! Lui allude sicuramente alle cancellate che ho fatto verniciare a lui ed al suo compagno di corso (Sentenza ndr) quando non si applicavano a dovere. Non volevo certo umiliarli. Volevo solo fare capire loro l’importanza dell’impegno e del lavoro. La base per potere emergere. In ogni caso, adesso mi sono riconoscenti.
D: Lei ha girato il mondo grazie a questo gioco...
R: Lavoro! Per me prima è un lavoro e poi un gioco.
D: Lavoro, senza dubbio! Durante il suo peregrinare per il mondo quali sono state le sue tappe fondamentali?
R: credo, anzi sono sicuro di avere lasciato ovunque un po’ di rimpianto, quando me ne sono andato. Il posto dove sono stato meglio è comunque il Galles. Lì ho lasciato una fetta del mio cuore.
D: Più una scuola di 2 e tanti Fans club!
R: Esatto! Credo che un giorno, prima di appendere le carte al chiodo vorrei chiudere nel Millenuim Stadium di Cardiff la mia carriera.
D: Una partita di addio in Galles?
R: Sì! Una partita trasmessa in mondovisione dallo stadio sibolo del Galles.
D: Spero che sia tra molto tempo?
R: Speriamo. Purtroppo il tempo passa e non siamo più giovani. Questa è la cosa che in assoluto mi fa più pensare. Quando vedo dei ragazzini non posso fare a meno di invidiarli e di pensare al fatto che mentre loro hanno ancora tutta la vita davanti io ed i miei compagni invece...
D: Ora sono io a bloccarla. È ormai famosa la sua paranoia per questi discorsi legati al tempo che sfugge... come è nota quella strana passione per i necrologi.
R: Sto cercando di smettere.
D: Ottimo! Quale è stato il momento più difficile nella sua carriera?
R: Ho avuto una carriera molto più che brillante! Certamente il periodo di contestazione però...
D: Allude forse alle strane scritte comparse sul muro del centro sportivo dove regolarmente si allena.
R: Esatto! Quelle scritte offensive mi hanno un po’ ucciso l’anima (per dirla alla Moggi). Però anche quelle erano false ed il solo effetto che hanno sortito è allontanarmi per un po’ dal 2.


Le frasi ingiuriose sul muro del centro sportivo.


D: le malelingue ricordano di un diverbio con il Presidente.
R fu molto tempo fa, una mano sfortunata... perdemmo un settantotto di quadri.
D: non fu solo sfortuna! I bene informati ricordando che al termine dell’incontro il presidente manifestò l’intenzione dei ritirarsi.
R: ricordo benissimo la situazione: sono stato chiamato dal Presidente a settantotto ed alla penultima mano, dopo che lui ha giocato tutte le briscole gli do il re di quadri sotto l’asso.
D: Un vero suicidio?!
R: con il senno di poi sì! Ma vedere le mani povere che il presidente continuava a raccogliere mi convinse che la cosa giusta da fare era dargli più punti che potevo. Non so se lo rifarei.
D: il presidente la prese maluccio.
R: Lo capisco. Ma io l’ho fatto soprattutto per lui.
D: La insultò!
R: Ci stava.
D: Le disse anche "Gandolfo!" L’insulto supremo.
R: L’adrenalina della partita fa questo tipo si scherzi. Poi però, tutto finisce lì.
Guardi, infatti, come ho chiamato la mia cagnolina.
D: Lei ha tenuto dei congressi sulla sua professione. Ne è orgoglioso?
R: certamente. Sono orgoglione di tutto quello che ho fatto. Tutti i miei libri, i miei congressi, le conferenze, i miei corsi...
D: Anche di quella che ha tenuto a New York?
R: Sì! Spiegare il sottile gioco psicologico come il 2 agli americani non è stato facile. Però credo che sia stata una buona pubblicità oltreoceano per il nostro gioco.


L'intestazione della conferenza tenuta al Madison Square Garden.

D: “La sottile arte del mascherarsi”, “avrò anche perso ma col cavolo che hanno capito che ero io”, “metti quattro punti, tanto per non farti capire” e molti altri sono i libri che esprimono il suo modo di giocare al 2.
R: Sono qualcosa di più! Sono la mia filosofia di vita.
D: della quale lei va sicuramente fiero. E non la cambierebbe mai?
R: non si può cambiare la filosofia di una vita.
D: e di King, non mi dice nulla?
R: Rispetto la filosofia di gioco di King. Però è troppo spregiudicata per i miei gusti. Credo comunque che siamo di fronte ad un vero e proprio Zeman di questo gioco e sicuramente con il tempo porterà dei risultati significativi. Per ora fa la giusta fatica, ma non appena saranno oliati per bene i suoi ingranaggi...
D: Non ce ne sarà per nessuno?
R: Credo proprio che sarà così!

E se lo dice Lui, allora possiamo esserne più che sicuri.

1 commento:

  1. Le pillole di saggezza che sono espresse in questa intervista,ci fanno capire la grandezza
    inarrivabile del campione e quando abbiamo da imparare per giungere a un livello simile al suo,grazie per questi insegnamenti che rimarrando indelebili nella nostra memoria.

    Il cassiere

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